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Distribuzione gratuita lenti a contatto
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Distribuzione gratuita lenti a contatto

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Buongirono,

mi chiamo Servadio Lorenzo e sono titolare dell’attività Ottica Servadio, che si trova in Via Venezia 12/9 Pescara.

Nel nostro piccolo ci sentiamo in dovere di contribuire e supportare tutte le persone che in questo momento di emergenza sono in prima linea.

Per questo in collaborazione con l’azienda di lenti a contatto Safilens, avremo modo di fornire a titolo GRATUITO​ e per i prossimi mesi confezioni di lenti a contatto GIORNALIERE per qualsiasi tipo di gradazione.

Grazie al nostro servizio di consegna a domicilio potrete avere le lenti direttamente a casa, in ufficio e presso i vostri centri.

Sperando di fare cosa gradita e utile a tutti coloro che più che mai in questo periodo prestano il loro servizio a noi cittadini, restiamo a vostra disposizione.

Cordiali Saluti e Buon Lavoro

Gli infermieri stanno dando tutto, anche la salute nell’emergenza COVID-19 e tutti lo riconoscono, per primi i cittadini. Ma dallo Stato, nonostante le citazioni e gli encomi per i quali ringraziamo (ma che a questo punto dobbiamo pensare di dover considerare solo di facciata), stanno ricevendo solo ‘pannicelli caldi’ come segnale di rispetto per il loro impegno, la loro professionalità, la loro volontà di non lasciare mai solo nessuno. Valori che, comunque, non verranno mai meno in questa emergenza”.

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) lancia un altolà al comportamento che si sta tenendo a livello professionale verso i suoi iscritti, esaltati come “eroi” la mattina e trattati come merce di scarso valore la sera nei provvedimenti delle istituzioni nazionali e regionali.

Danni ai professionisti e agli assistiti

“Tutto questo accade – sottolinea la Federazione – in un momento in cui atteggiamenti che portano a una scarsa considerazione di alcuni professionisti rispetto ad altri, hanno conseguenze non solo professionali, ma soprattutto morali e psicologiche, sicuramente dannose e controproducenti sia per i professionisti che, di riflesso, per gli assistiti”.

Le differenze pesano

E la FNOPI in questo senso ha inviato una lettera a tutte le figure istituzionali coinvolte, dal premier ai ministeri, dalla Protezione Civile alle Regioni, dove si sottolineano una serie di sperequazioni alla categoria, dall’emanazione della circolare della Protezione Civile che recluta ‘solo’ 300 medici lasciando alla scelta volontaria gli infermieri che invece anche loro dovrebbero essere reclutati a livello nazionale al decreto Cura Italia che prevede concorsi e assunzioni a tempo indeterminato per i medici all’INAIL mentre lascia solo contratti precari (Co.Co.Co.) di collaborazione agli infermieri. Dal reclutamento dei militari per il quale i medici, così come lo sono i laureati di altre discipline, sono inquadrati nei ruoli degli ufficiali, mentre gli infermieri, laureati anch’essi e anche specializzati, si fermano a livello di sottufficiali fino a bandi regionali sempre solo come Co.Co.Co o partite Iva per gli infermieri con compensi di 13-19 euro l’ora.

“Gli infermieri – scrive la Federazione – finora sono la gran parte di quegli operatori sanitari risultati positivi a COVID-19 e molti di loro sono anche deceduti per colpa dell’epidemia. Gli infermieri sono quei professionisti che accolgono i pazienti, gli sono vicini e spesso li supportano in momenti in cui altrimenti resterebbero del tutto soli”.

Professionisti uguali difronte all’emergenza

“Ci rendiamo conto – prosegue – della difficoltà di reperire personale e nessuno più degli infermieri, come i medici, conosce e ha coscienza della gravità e dell’emergenza in cui ci troviamo. Resta tuttavia grave che esista una sperequazione fortissima tra professionisti di altre professioni e infermieri, per i quali finora e a quanto pare ancora adesso e nonostante tutto, si fa conto solo sulla volontarietà della loro azione, della loro disponibilità e del loro intervento”.

“Gli infermieri sono professionisti laureati e anche specializzati – aggiunge la FNOPI –  che non meritano una considerazione così scarsa rispetto al loro impegno e al loro lavoro, che sono comunque in forte carenza nei luoghi dove i numeri dell’epidemia sono più alti, non lasciando per questo mai nessuno da solo, rinunciando a turni e anche a contatti con le proprie famiglie, rischiando alla stessa stregua e con i medici in prima linea nella lotta a COVID-19”.

Opi Pescara

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