PESCARA. Grave carenza di infermieri e operatori socio sanitari nelle unità operative di Geriatria, Ortopedia, Chirurgia I e Chirurgia Vascolare dell’Ospedale di Pescara.

Il rapporto tra personale e pazienti, che secondo uno studio recente dovrebbe essere di uno ogni sei degenti, in questi reparti dell’ospedale civile sale addirittura a un infermiere ogni 15 o 18 pazienti. Lo denuncia Irene Rosini, recentemente confermata alla presidenza del collegio Ipasvi di Pescara (Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia).

A pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del collegio provinciale, rinnovato per un terzo, in seguito alla fiducia espressa da 465 votanti su 733, sono stati esposti all’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci i dati allarmanti sul personale impiegato nelle unità operative della Asl di Pescara.

Il collegio provinciale Ipasvi ha posto l’accento su uno stato di precarietà assistenziale in tutta la Asl, compresi i presidi di Penne e Popoli.

È diventata purtroppo una consuetudine  ribadisce Irene Rosini, presidente del collegio IPASVI di Pescara  assistere al sovraccarico di pazienti nelle unità operative di Geriatria, Ortopedia, Chirurgia I e Chirurgia Vascolare. Il personale infermieristico e socio sanitario riesce appena a garantire il minimo bisogno assistenziale. E a volte con grande difficoltà neppure quello. Al di là di chi sia la responsabilità, le istituzioni preposte devono impegnarsi affinchè sia garantita un’assistenza efficace ed efficiente, che risponda ai bisogni di salute dei cittadini e faccia lavorare in sicurezza gli operatori.

Alcune unità operative come Geriatria, Ortopedia, Chirurgia Vascolare e annessa Chirurgia I ha sottolineato Irene Rosini, presentano un rapporto tra infermiere e paziente pari a 1/15 o 1/18. Sono dati allarmanti, ben lontani da quel rapporto ottimale di 1/6, necessario per garantire un’assistenza adeguata e un basso rischio di mortalità. L’unità operativa di Geriatria, ad esempio, ha costantemente un tasso di occupazione del 136%. A? il segno probabilmente di una mancata risposta assistenziale sul territorio, difficilmente imputabile ai cittadini. Questa situazione umilia e ferisce chi la subisce e mortifica la professionalità dei tanti infermieri che in questo contesto organizzativo si difendono come possono. Il diritto alla salute e alla sicurezza delle cure, previsto dalla Legge Gelli 24/2017, inizia ad essere difficilmente applicabile in questi contesti.

SERVE IMPEGNO FORTEA

Nell’incontro con l’assessore Silvio Paolucci gli infermieri del collegio provinciale Ipasvi hanno chiesto un impegno forte su alcuni fronti: investire sul personale, dando il via alle procedure concorsuali che non avvengono più dal 2001, fatta eccezione per il personale dell’area critica; attivare il tavolo tecnico per il nomenclatore tariffario regionale, sia all’assessorato sia all’agenzia sanitaria regionale, per riconoscere le prestazioni infermieristiche e dare il via all’apertura degli ambulatori infermieristici sul territorio per i pazienti affetti da patologie croniche che necessitano di continuità assistenziale.

Un impegno, quest’ultimo, tra l’altro assunto dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Alfonso Mascitelli oltre che dall’assessore Paolucci.

Per il reclutamento del personale, è stato chiesto a Francesca Rancitelli, responsabile dell’ufficio legale della Asl di Pescara, che il bando di concorso per mobilità per il personale infermieristico rispetti la normativa vigente, che prevede l’esame del curriculum vitae e l’eventuale colloquio motivazionale, come tra l’altro riportato anche in una recente sentenza della Corte di Cassazione. Quanto alla composizione della commissione esaminatrice, si ricorda che (art. 38 del D.P.R. 27 marzo 2001, n. 220) la presidenza è affidata a personale in servizio presso l’Azienda che bandisce il concorso con qualifica di Dirigente sanitario per i profili del personale infermieristico.

L’assessore Paolucci , riferisce Irene Rosini , si è impegnato sulla questione, individuando risorse economiche dedicate. Nello stesso incontro abbiamo ribadito le criticità già registrate riguardo l’acquisizione di personale infermieristico da agenzie interinali, circa la loro selezione per la somministrazione di prestazioni infermieristiche e l’ormai purtroppo consolidata e negativa consuetudine di far eseguire attività domestico alberghiere al personale infermieristico. A questo proposito gradiremmo sapere se siano state messe in campo strategie volte a combattere certi atteggiamenti.